Il Ruolo delle Clarisse Oggi

preghiera clarisse

Quale ruolo può pensarsi che abbiano oggi le clarisse? Sicuramente nella famiglia francescana e nella Chiesa esse rappresentano, quali madri e sorelle, l’anima femminile del francescanesimo che accoglie, ascolta, serve.

Con la loro preghiera rendono a Dio il servizio della lode, con la loro offerta gli presentano il mondo intero, con il loro impegno personale riparano le negligenze di tanti fratelli, con la loro gioiosa fraternità ripristinano la comunione fra i figli di Dio, con la loro povertà ricordano agli uomini che nulla essi hanno di proprio ma tutto è dato loro da Dio e tutto va condiviso, con la loro semplicità indicano la strada migliore da percorrere per godere buona salute nell’anima e nel corpo, con la loro obbedienza a Dio realizzano in pienezza la loro umanità, con il loro cuore casto evidenziano che la purezza è elemento indispensabile per ritrovarsi nell’ordine voluto da Dio sin dalle origini della Creazione.

Vigili custodi dell’amore e della fecondità che deriva dal dimorare in Dio, le clarisse sono oggi nel mondo uno strumento insostituibile di quell’intensa attività dello Spirito capace di rianimare la fede e accendere le anime di nuovo ardore per Cristo, ispirando propositi di santità di vita.

L’unica vera felicità è dimorare in Dio

Ancor più oggi, in tempi di ricerca mai soddisfatta di felicità, Santa Chiara ci mostra che ognuno di noi può trovare la sua felicità in se stesso, ritrovandosi pienamente appagato nel suo affetto più profondo che è in Dio.

In Dio solo, Creatore e Padre, possiamo trovare la piena e libera realizzazione di noi stessi. Gli apparteniamo, Egli conosce tutto di noi, sa cosa ci serve, sa capirci, consolarci, scaldarci, rinforzarci, illuminarci. In Lui, il nostro tutto, è la nostra gioia piena e durevole.

“Gioisci, perciò, anche tu nel Signore sempre, o carissima. – scrive Chiara ad Agnese di Boemia – Non permettere che nessun’ombra di mestizia avvolga il tuo cuore, o signora in Cristo dilettissima, gioia degli Angeli e corona delle tue sorelle. Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell’eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria, colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza, e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine della divinità di Lui.

Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato fin dall’inizio per coloro che lo amano. Senza concedere neppure uno sguardo alle seduzioni, che in questo mondo fallace ed irrequieto tendono lacci ai ciechi che vi attaccano il loro cuore, con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato. […]

Chi non sdegnerebbe con orrore le insidie del nemico dell’umano genere che, facendo brillare innanzi agli occhi il luccicore delle cose transitorie e delle glorie fallaci, tenta di annientare ciò che è più grande del cielo?

Sì, perché è ormai chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è la più degna fra tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo.

Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l’anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. È la stessa Verità che lo afferma: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure l’amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora.” (dalla lettera terza ad Agnese di Boemia)